1 - TURinTAO - PERCORSI ESCURSIONISTICI

DAL FORTE ALLE TORRI
Le montagne olimpiche senza la neve

TEMPO MINIMO NECESSARIO

Una giornata

STAGIONE CONSIGLIATA

Primavera, estate, autunno.

CHILOMETRI

***

DIFFICOLTÀ

3/5

NOTIZIE da mettere nello zaino

La Vialattea è un comprensorio sciistico italo-francese famoso in tutto il mondo. Il suo cuore è Sestriere, ma le piste si estendono anche a Sauze d’Oulx, Oulx, Sansicario, Cesana, Pragelato, Clavière e Montgenèvre (quest’ultima località si trova oltre confine). Lo sci agonistico ha scritto tante pagine di storia, in questo territorio ai confini tra l’Alta Val Chisone e l’Alta Val di Susa. Lo Sci Club Sestriere è nato nel 1931; sui pendii del monte Banchetta, dal 1951, si è gareggiato per il circuito Kandahar, antesignano della Coppa del Mondo, giunta per la prima volta al Colle dal 1967; nel 1997 la località ha ospitato i Campionati del Mondo; nel 2006 è stata la volta dei Giochi olimpici invernali. Questa zona, però, può offrire molto anche a chi la visita in assenza di neve.

ITINERARIO

C’è chi lo chiama la Grande muraglia piemontese, per similitudine con quella cinese. Chi azzarda un paragone con la bomba atomica, per sottolinearne il ruolo di deterrente militare. Chi, infine, vuole vedervi un campo di concentramento ante litteram: ma studiosi di fama, come Alessandro Barbero, hanno smentito, documenti alla mano, le esagerazioni di certa storiografia revisionistica di ispirazione neo-borbonica.

Comunque lo si voglia considerare, il Forte di Fenestrelle – simbolo della Provincia di Torino – è un complesso fortificato con pochi eguali, progettato già nel Settecento dall’ingegner Ignazio Bertola e completato nel secolo successivo, come presidio sul confine franco-piemontese. Oggi sovrasta l’abitato di Fenestrelle, che un tempo era una vera e propria città militare, al servizio di enormi guarnigioni, mentre ora è un placido paese montano, adatto al turismo dolce. Qui, ad esempio, è nata l’esperienza di Agri d’Oc, iniziativa di Simone Turin, che ha ripreso a coltivare i campi dei nonni (a patate e ortaggi), recuperando l’antica tradizione del barbarià e trasformato la casa avita in una residenza alpina.

Fenestrelle è la località di partenza di quest’itinerario. Anche perché, se si vuole visitare il forte in modo approfondito, occorre avere le energie del mattino. Non è tanto la salita fino al punto d’ingresso a costituire un problema, quanto l’ascesa della mirabile scala interna, che consta di quasi quattromila gradini!

Le visite – a cura dell’associazione Progetto San Carlo, che ha promosso negli ultimi trent’anni il recupero e la promozione del complesso – sono di tre tipi: la Passeggiata reale, che però richiede 7 ore; il Viaggio affascinante dentro le mura, da 3 ore; la Visita breve, per chi, infine, ha un’ora soltanto.

Salutato il forte e tornati all’abitato di Fenestrelle con una veloce discesa, si può cominciare – lungo la Strada regionale 23 – la lenta salita verso l’alta Val Chisone. È bene riservare molta attenzione al traffico, automobilistico e motociclistico, che soprattutto in epoca turistica può rivelarsi particolarmente intenso.

Entrati nel territorio di Usseaux, si può optare per una veloce digressione, imboccando una strada sulla sinistra, verso il minuscolo, e pittoresco, lago del Laux. L’abitato principale, invece, è posto alla nostra destra, sopra di noi. Inserito nell’elenco dei Borghi più belli di Italia, Usseaux è caratterizzato da splendidi murales ed è il punto di partenza ideale per diversi percorsi escursionistici. Poco a monte sorge, ad esempio, la borgata di Balboutet, da cui una lunga e panoramica carrozzabile montana conduce nello scenario mozzafiato di Pian dell’Alpe, un pianoro posto a 1.890 metri d’altitudine, con il vicino lago delle Rane.

Tenendo a mente di visitare Usseaux e le sue bellezze in un’altra occasione, proseguiamo sulla Strada regionale 23 diretti a Pragelato. Si tratta di un Comune sparso, il cui capoluogo, Ruà, è posto a 1.580 metri. Attorno sorgono moltissime frazioni e la ridente Val Troncea, una valle laterale – alla destra orografica della Val Chisone – preservata da un omonimo Parco naturale.

Procedendo verso Sestriere, non possiamo non notare – alla nostra sinistra – una delle eredità delle Olimpiadi invernali di Torino 2006: il trampolino del salto con gli sci, che, purtroppo, fatica a trovare un presente.

La strada continua a salire, anche con alcuni tornanti: d’altro canto, Sestriere è posta a 2.035 metri sul livello del mare, quindi, da Pragelato, dobbiamo coprire un dislivello parziale di oltre 450 metri. Sestriere ha meno di cento anni: il Comune, infatti, è stato istituito solo nel 1934. In precedenza questi terreni erano pertinenza di Champlas du Col, un borgo montano agro-pastorale declassato a frazione, di Sauze di Cesana e della stessa Pragelato. A “rivoluzionare” il destino del Colle è stato Giovanni Agnelli, capostipite della famiglia di industriali che ha legato le sue fortune a quelle della Fiat. A partire dal 1930, il senatore Agnelli costruì su queste pendici una stazione sciistica, con due grandi alberghi in stile razionalista a forma di cilindro e le prime tre funivie, dirette ai monti Sises, Banchetta e Fraiteve.

Interrotto dalla seconda guerra mondiale, lo sviluppo di Sestriere come località di villeggiatura sportiva è proseguito in modo massiccio dagli anni ’50 in poi. Non mancano sorprendenti perle gastronomiche, come i liquori di Luca Lantelme, prodotti con erbe officinali d’alta quota.

Dopo aver scollinato, il nostro itinerario ci fa svoltare a sinistra, in via Cesana, dove ricominciamo a salire. Il contesto molto urbanizzato della stazione sciistica lascia presto il posto a piacevoli boschi sempre più incontaminati. Stiamo, infatti, salendo a Bessen Haut, una piccola borgata tra le conifere. Il centro di Sestriere dista poco più di due chilometri, ma sembra di essere in un altro mondo.
Qui ha costruito la sua spettacolare stalla di legno Michela Blandino, una giovane imprenditrice agricola che frequenta queste zone sin da quando, bambina, saliva in alpeggio con i nonni. L’eccezionalità della sua esperienza risiede nel fatto che le sue vacche – oltre un centinaio, tra Piemontesi e Pezzate rosse – trascorrono tutto l’anno in quota, tanto che alcuni hanno ipotizzato che quella di Bessen Haut possa essere una delle stalle permanenti più alte d’Europa.

Con il latte profumato dai fiori dei prati circostanti, Blandino realizza diverse specialità casearie, che possono essere assaggiate nel negozio-laboratorio posto al centro della borgata.

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